Oltre il visibile

Verso un nuovo modo di fare pittura

Arte

Il desiderio di andare oltre la pura rappresentazione della realtà e la ricerca delle leggi nascoste dell’Universo e di una nuova spiritualità sono gli elementi che accomunano i primi tre protagonisti del nostro neonato podcast: Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian e Kazimir Malevič. Probabilmente ti sarai chiesto che cosa spinge questi artisti ad eliminare completamente l’oggetto dai propri quadri riducendo tutto a forma e colore. Le radici di questo cambiamento sono da ricercare nella crisi della società dei primi decenni del Novecento, un secolo segnato dai grandi cambiamenti:

  • la trasformazione del processo di produzione avviato dalla rivoluzione industriale e la conseguente crisi del ruolo dell’arte e degli artisti nella società.
  • la nascita della psicoanalisi e la scoperta dell’inconscio di Freud.
  • La nascita dell’irrazionalismo in contrapposizione al positivismo e alla fiducia nel progresso.
  • la diffusione della Teosofia, dottrina esoterica il cui scopo era la ricerca delle leggi inesplicate della natura e delle capacità latenti dell’uomo attraverso lo studio e il confronto tra religione, filosofia e scienza.
  • l’invenzione della fotografia che permetteva per la prima volta di rappresentare un’immagine fedele alla realtà mettendo in discussione il ruolo stesso dell’artista. Si parlava di “fine della pittura”, ma le cose andarono diversamente.

È in questo contesto che nacquero le Avanguardie artistiche, ognuna a modo proprio era alla ricerca di un nuovo modo di fare e di pensare l’arte. Compito dell’artista non era più la ricerca del bello come nel passato, ma la creazione di un pensiero nuovo che interpretasse lo spirito del tempo. La realtà circostante percepibile attraverso i sensi non era più sufficiente, si cercava di andare aldilà del visibile.

Ma come era possibile andare oltre il visibile?

Primo acquerello astratto Kandinskij
Kandinskij eliminò completamente l’oggetto dai propri dipinti con il suo famoso acquerello astratto del 1910. I suoi quadri esprimono grande vitalità attraverso colori e forme geometriche sospese su uno sfondo che non ha più alcun riferimento alla realtà. Protagonista delle sue opere è la sensazione che scaturisce dai colori ai quali è attribuito un suono e un significato psicologico.

Il quadrato nero di Malevic                          Piet Mondrian, Composizione con rosso, nero, blu, giallo

 

Armonia, equilibrio e proporzione sono invece le parole che ci vengono in mente non appena osserviamo i famosi reticoli con quadrati e rettangoli rossi, gialli e blu di Piet Mondrian. Scopo dell’artista era raggiungere l’essere immobile e immutabile ovvero l’essenza delle cose attraverso l’utilizzo degli elementi principali della pittura ovvero i colori primari, le linee nere verticali e orizzontali e i cosiddetti non colori: il bianco e il nero.
Malevič invece si spinse ancora più oltre con il suo famoso Quadrato nero, il grado zero della pittura, il punto dal quale l’arte doveva ripartire. Secondo l’artista per raggiungere l’essenza delle cose bisognava ridurre la pittura attraverso il quadrato, forma statica per eccellenza e il colore privato di ogni significato estetico e simbolico.Ognuno di questi artisti ha dato il proprio contributo, attribuendo all’arte un nuovo ruolo nella società moderna e dando un nuovo impulso a quelle che saranno le più importanti correnti artistiche avvenire.Per ascoltare le nostre puntate dedicate all’astrattismo clicca qui e se ti va lasciaci un commento.
Silvia Tiritiello

condividi